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Il teleriscaldamento a Monza
Piano energetico comunale e nuova centrale AGAM - NEI
di Franco Isman


Venerdì 26 novembre è stata inaugurata presso la sede dell' AG in via Canova la centrale di cogenerazione e teleriscaldamento AGAM - NEI (NEI - Nucleo Educativo Integrato Enrico Farè) progettata e voluta dalla Commissione amministratrice della vecchia municipalizzata, presieduta da Antonio Grosso, e portata a compimento dalla attuale spa ( a totale capitale del Comune di Monza) a tempo di record. Dopo i saluti e le introduzioni delle «autorità» (sindaco, presidenti e assessori) il direttore Luigi Andreoli ha illustrato con l'ausilio di una piacevole proiezione animata i dati tecnico economici del progetto, allo stato attuale e nei suoi previsti sviluppi futuri.

Cogenerazione e teleriscaldamento
 
PER SAPERNE DI PIU'
La cogenerazione

Come accennato nell'articolo, la cogenerazione consiste nel produrre e utilizzare contemporaneamente energia elettrica e calore mediante motori a combustione interna (tipo quelli delle automobili), direttamente accoppiati ad alternatori che producono energia elettrica, corredati di scambiatori di calore che recuperano il calore dal circuito di raffreddamento del motore (l'acqua del radiatore, per intenderci) e dai gas di scarico utilizzandolo per il riscaldamento dell'acqua che viene «surriscaldata», fino a 115 gradi nel caso della centrale AGAM - NEI.
A quale scopo ?
Nella produzione dell'energia elettrica con le normali centrali termoelettriche dell'ENEL (caldaie, turbine, alternatori), si consuma energia termica (nafta densa, gasolio o metano) e si produce energia elettrica ma, per ogni chilovattora prodotto se ne consumano quasi tre di cui due vanno dispersi sotto forma di calore, si ha cioè un rendimento estremamente basso: circa il 37 per cento. Discorso del tutto analogo per le automobili: il motore consuma benzina, gasolio o gas e produce energia meccanica, il «sottoprodotto» calore viene disperso nell'atmosfera.
Come abbiamo detto, nella cogenerazione, oltre alla produzione di energia elettrica, si recupera una buona parte di quella termica arrivando ad un rendimento globale (energia elettrica + energia termica / energia consumata) di circa lo 80 per cento: più del doppio rispetto alla sola produzione di energia elettrica ! Questo raddoppio del rendimento è di importanza fondamentale non solo per il risparmio energetico che ne deriva ma per il fatto che le emissioni di anidride carbonica CO2 nell'atmosfera vengono dimezzate.


Fr.I.
Nella produzione dell'energia elettrica, sia nelle grosse centrali termoelettriche dell' ENEL che nei piccoli impianti autonomi, quasi i due terzi dell'energia primaria consumata (nafta, gasolio o metano) viene dispersa nell'ambiente sotto forma di calore: uno spreco enorme ed un danno all'ecosistema. Bisogna avere ben presente infatti che, anche in caso di combustione perfetta, si ha la produzione di anidride carbonica (CO2), direttamente responsabile del cosiddetto «effetto serra» a causa del quale la temperatura del Pianeta è in costante sensibile aumento, con possibili gravissime conseguenze su scala mondiale. Nel caso di combustione di gasolio, ed ancor più di nafta, si ha anche il rilascio nell'atmosfera di composti di zolfo e di polveri in sospensione, i «particolati».
La cogenerazione consiste nel recuperare, oltre all'energia elettrica prodotta, anche questo calore, generalmente sprecato, utilizzandolo per altri usi: industriali o riscaldamento di edifici. Da un punto di vista energetico ed ecologico, il costo è nullo, ma naturalmente non è invece affatto trascurabile il costo economico relativo agli impianti necessari a tale recupero.
Il teleriscaldamento consiste nel riscaldare un certo numero di fabbricati, un quartiere o un'intera città (come avviene per Brescia) con il calore prodotto in una o più centrali, di tipo tradizionale (costituite cioè da normali caldaie) o di cogenerazione, distribuendo sul territorio il calore prodotto tramite una rete interrata alimentata di norma con acqua calda, anzi «surriscaldata» a temperatura superiore ai 100 gradi.
Si può quindi avere teleriscaldamento con calore interamente prodotto con la cogenerazione, solo teleriscaldamento con l'utilizzo di centrali tradizionali o, come spesso accade, soluzioni miste: cogenerazione e caldaie. Importante rilevare come il risparmio energetico provenga esclusivamente dalla cogenerazione; nel caso di solo teleriscaldamento, e cioè di sola centralizzazione della produzione del calore con caldaie tradizionali, la convenienza energetica praticamente svanisce: infatti al maggior rendimento di un impianto centralizzato automatizzato ed attentamente monitorato si contrappongono le perdite di calore lungo la rete distribuzione sotterranea. I vapori che salgono dalle strade di New York, come si osservano in alcuni film vecchi e nuovi, sono prodotti appunto dalle perdite di calore del teleriscaldamento, ivi in funzione fino dagli anni Trenta. Rimane una modesta convenienza ecologica in quanto migliore combustione significa minore inquinamento ed il metano di per sé inquina meno del gasolio.

La centrale AGAM - NEI
La nuova centrale è di tipo misto: ad un impianto di cogenerazione costituito da tre motori a scoppio funzionanti a metano, con una potenza complessiva di circa 3.000 chilowatt termici (oltre ad altrettanti chilowatt elettrici), si affianca una caldaia a metano con una potenza di circa 9.000 chilowatt termici : la cogenerazione rappresenta solamente una parte su quattro (25 per cento). Tenuto conto che la potenza media utilizzata è però inferiore alla punta massima (che si verifica in inverno, con temperature esterne inferiori allo zero) e che in estate i consumi sono limitati alla produzione di acqua calda sanitaria in alcuni fabbricati e ad un condizionatore d'aria di circa 500 chilowatt per gli uffici dell' AGAM, l'energia prodotta con la cogenerazione supera la percentuale della potenza indicata. Sempre troppo poco, come vedremo di seguito.
La centrale serve attualmente una zona relativamente limitata ed in particolare la sede stessa dell' AGAM, il NEI Enrico Farè, il Liceo artistico delle suore Preziosine ed una decina di condomini impegnando circa la metà della potenzialità dell'impianto; è prevista in tempi brevi una estensione della rete di distribuzione alle vie Lecco, Enrico Toti, Antonio Cantore e Francesco Baracca.

Il piano energetico comunale
Il piano energetico della città di Monza, allegato obbligatorio per legge del piano regolatore, è stato redatto un paio d'anni fa per conto del comune proprio dall'AGAM. Dopo aver analizzato i fabbisogni energetici della città, in ossequio agli indirizzi di contenimento dei consumi energetici su scala nazionale e locale, indispensabile per rientrare nei parametri del protocollo di Kyoto (riduzione entro il 2012 delle emissioni di anidride carbonica del 6,5 per cento, vedi articolo «I limiti dello sviluppo-2») ipotizza gli interventi realizzabili a breve-medio termine ed a lungo termine. I soli risparmi energetici di rilevante entità sono quelli derivanti dagli impianti di cogenerazione (assimilati a quelli di produzione di energia da fonti rinnovabili) stimati in circa 31.000 Tep/anno (Tep = tonnellata equivalente di petrolio = 10 milioni di chilocalorie).

L'impianto AGAM -NEI era stato correttamente previsto con una potenza di cogenerazione pari al 66 per cento del totale (3.800 kw di cogenerazione, 2.000 kw di caldaia integrativa) ed è stato invece realizzato con una potenza di cogenerazione pari solamente al 25 per cento (3.000 kw di cogenerazione, 9.000 di caldaia), una differenza estremamente rilevante !
Questo significa tradire la lettera e lo spirito del piano energetico comunale, fresco di stampa, e snaturare l'intervento il cui scopo avrebbe dovuto essere quello del risparmio energetico e non certo quello della massimizzazione dell'utile. Siamo certamente dell'idea che una sana conduzione di un'azienda, pubblica o privata, debba prevedere una gestione attiva e possibilmente un'espansione della propria attività, ma un'azienda pubblica ha l'obbligo di tenere conto della pubblica utilità e, comunque, di rispettare i programmi di sviluppo del Comune.
Peccato, perché il progetto era partito correttamente, in linea con il piano energetico comunale, è stato realizzato in tempi rapidi e con tecnologie adeguate ed avrebbe potuto costituire un primo significativo passo nella direzione del risparmio energetico.

Ma la cosa più grave è che lo snaturamento di questo primo progetto è poca cosa rispetto alle intenzioni dichiarate della attuale amministrazione dell'AGAM di limitare in futuro la cogenerazione al 10 per cento contro il 55 per cento circa previsto dal piano energetico comunale: la cogenerazione praticamente svanisce e rimane solamente un termine con cui farsi belli. E con cui ottenere un abbattimento del 10 per cento del prezzo di acquisto del metano come pare stabilito da una recente normativa.

Saremo lieti di sentire le argomentazioni, ma si dovrebbe meglio dire le giustificazioni, a sostegno di questo modo di agire, sia da parte dell'AGAM che dell'amministrazione comunale.

Franco Isman


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  gennaio 2000